Se l’anno scorso mi avessero detto che sarei partita per andare negli Stati Uniti mai ci avrei creduto. Eppure è stato così. A distanza di 5 mesi, sono qui a rivedere tutte le foto scattate con un po’ di nostalgia e a ripensare a tutti i bei momenti che ho vissuto. Tutto è iniziato quando un giorno è venuta la responsabile degli scambi culturali del Rotary di Pordenone a scuola, a parlarci di un progetto di scambio con altri ragazzi di altri Paesi del mondo. Subito ho pensato: “Wow! Sarebbe proprio figo!” ma non ci ho dato tanto peso perché non pensavo che avrei potuto farne parte. Quando sono tornata a casa da scuola, ne ho parlato con i miei genitori che erano molto entusiasti di questo progetto a cui avrei potuto partecipare, se avessi voluto. Quindi mi sono informata, ho parlato con la mia prof e con la responsabile dello scambio, e così 3 mesi dopo mi sono trovata seduta su una poltroncina molto scomoda di un aereo gigantesco diretto verso gli Stati Uniti, destinazione finale Florida. Sì, proprio gli Stati Uniti, il grande sogno che ho fin da quando sono piccola. Il giorno della partenza è arrivato così in fretta che neanche me ne sono accorta. Il momento in cui ho realizzato quello che stavo veramente per fare è stato quando, dopo aver passato tutti i controlli in aeroporto, mi sono rovata da sola seduta su una sedia con le cuffiette nelle orecchie in attesa dell’apertura del gate. Mille pensieri mi volavano per la mente: “E’ troppo tardi per ripensarci?”, “Sarò in grado di resistere in un Paese dove non potrò dire una parola di italiano e dovrò, volente o nolente, comprendere e parlare l’inglese?”. Nove ore nell’aereo sono lunghe ma ad essere sincera sono volate, nel vero senso della parola. Inutile dire che ho trascorso il mese più bello della mia vita, ho vissuto ogni singolo giorno molto intensamente e sempre aperta a nuove avventure. Ho passato un mese da vera americana, sono andata a vedere una partita di baseball, ho mangiato i pancake, il bacon e le uova a colazione, ho festeggiato il 4 luglio e in alcuni momenti mi è sembrato veramente di vivere all’interno di un tipico film americano. Ringrazio soprattutto i miei genitori per aver permesso che tutto ciò accadesse e sarò eternamente grata a loro e alla famiglia che mi ha ospitato e che non mi ha fatto mai mancare nulla. Questa esperienza avrà sempre un posticino nel mio cuore e spero che i legami e le amicizie che si sono create dureranno nel futuro.
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